Dichiarazione di barcellona e partenariato euromediterraneo
DICHIARAZIONE DI BARCELLONA E PARTENARIATO EUROMEDITERRANEO
La dichiarazione mira ad istituire un partenariato globale euromediterraneo al fine di trasformare il Mediterraneo in uno spazio comune di pace, di stabilità e di prosperità attraverso il rafforzamento del dialogo politico e sulla sicurezza, un partenariato economico e finanziario e un partenariato sociale, culturale ed umano. ATTO La Dichiarazione finale della Conferenza ministeriale euromediterranea di Barcellona del 27 e 28 novembre 1995 e il suo programma di lavoro. SINTESI Dando seguito agli orientamenti già definiti dai Consigli europei di Lisbona (giugno 1992), Corfù (giugno 1994) e Essen (dicembre 1994) e alle proposte della Commissione, l'Unione europea (UE) ha deciso di istituire un nuovo contesto per le sue relazioni con i paesi del bacino mediterraneo in vista di un progetto di partenariato. Questo progetto si è concretato in occasione della conferenza di Barcellona che ha riunito, il 27 e 28 novembre 1995, i quindici ministri degli Esteri degli Stati membri dell'UE e quelli dei seguenti dodici paesi terzi mediterranei (PTM): Algeria, Cipro, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Malta, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia e Autorità palestinese. La Lega degli Stati arabi e l'Unione del Maghreb arabo (UMA) sono state invitate così come la Mauritania (in qualità di membro dell'UMA). La conferenza ha gettato le basi di un processo che avrebbe dovuto portare all'istituzione di un quadro multilaterale di dialogo e di cooperazione tra l'UE e i paesi terzi mediterranei. In occasione di questo incontro, i 27 paesi partecipanti hanno adottato all'unanimità una dichiarazione e un programma di lavoro. La dichiarazione euromediterranea definisce, infatti, un quadro multilaterale che associa strettamente gli aspetti economici e di sicurezza e comprende, inoltre, la dimensione sociale, umana e culturale. Sin dal preambolo, i partecipanti affermano la loro volontà di superare il classico bilateralismo che ha contrassegnato a lungo le relazioni euromediterranee, investendole di una dimensione nuova, fondata su una cooperazione globale e solidale. Ne deriva un contesto multilaterale e durevole che poggia sullo spirito di partenariato, pur nel rispetto delle specificità proprie di ogni partecipante. Il nuovo contesto multilaterale è, comunque, complementare al consolidamento delle relazioni bilaterali. D'altro canto, il partenariato euromediterraneo non intende sostituirsi alle altre azioni ed iniziative intraprese a favore della pace, della stabilità e dello sviluppo della regione. I partecipanti sostengono il conseguimento di una soluzione pacifica giusta, globale e durevole nel Medio Oriente basata sulle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e sui principi
menzionati nella lettera di invito alla conferenza di pace per il Medio Oriente tenutasi a Madrid, segnatamente il principio "terra in cambio di pace". Il nuovo partenariato globale euromediterraneo si articola in tre assi principali: il partenariato politico e di sicurezza mira a realizzare uno spazio comune di pace e di stabilità; il partenariato economico e finanziario intende consentire la creazione di una zona di prosperità condivisa; il partenariato sociale, culturale e umano intende sviluppare le risorse umane, favorire la comprensione tra culture e gli scambi tra le società civili. Il partenariato politico e di sicurezza I partecipanti alla conferenza di Barcellona hanno deciso di istituire un dialogo politico globale e regolare, a complemento del dialogo bilaterale previsto dagli accordi di associazione. Inoltre, la dichiarazione definisce alcuni obiettivi comuni in materia di stabilità interna ed esterna. Le parti si impegnano ad agire in conformità della Carta delle Nazioni Unite e della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, come pure di altri obblighi a norma del diritto internazionale, segnatamente quelli risultanti dagli strumenti regionali ed internazionali. Sono più volte ribaditi i diritti dell'uomo e le libertà fondamentali (comprese la libertà di espressione, la libertà di associazione, la libertà di pensiero, di coscienza e di religione). La dichiarazione precisa che occorre accogliere favorevolmente, mediante il dialogo tra le parti, gli scambi di informazioni su questioni attinenti ai diritti dell'uomo, alle libertà fondamentali, al razzismo ed alla xenofobia. Le parti si impegnano ad introdurre lo Stato di diritto e la democrazia nei loro sistemi politici, riconoscendo in questo quadro il diritto di ciascun partecipante di scegliere e sviluppare liberamente il suo sistema politico, socioculturale, economico e giudiziario. I firmatari si sono inoltre impegnati a rispettare la loro uguaglianza sovrana, l'uguaglianza di diritti dei popoli e il loro diritto all'autodeterminazione. I partecipanti hanno inoltre convenuto che le relazioni tra i loro paesi poggiano sul rispetto dell'integrità territoriale, sul principio di non intervento negli affari interni e sulla composizione pacifica delle controversie. Le parti hanno inoltre convenuto di combattere il terrorismo, la criminalità organizzata e il flagello della droga in tutti i suoi aspetti. Le parti si sono inoltre impegnate a promuovere la sicurezza regionale, adoperandosi, tra l'altro, a favore della non proliferazione chimica, biologica e nucleare mediante l'adesione e l'ottemperanza ai regimi di non proliferazione sia internazionali che regionali, nonché agli accordi sul disarmo e sul controllo degli armamenti. Le parti perseguono l'obiettivo di creare un'area mediorientale priva di armi di distruzione di massa. Il partenariato economico e finanziario La creazione di una zona di prosperità condivisa nel Mediterraneo presuppone necessariamente uno sviluppo socioeconomico sostenibile ed equilibrato nonché il miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni, l'aumento del livello di occupazione e la promozione della cooperazione e dell'integrazione regionale. Per il conseguimento di tali obiettivi, i partecipanti convengono di stabilire un partenariato economico e finanziario che sia volto a:
instaurare gradualmente una zona di libero scambio; attuare un'opportuna cooperazione e un'azione concertata a livello economico nei settori pertinenti; potenziare sostanzialmente l'assistenza finanziaria dell'Unione Europea ai suoi partner. La zona di libero scambio (ZLS) sarà instaurata grazie ai nuovi accordi euromediterranei e agli accordi di libero scambio stipulati tra gli stessi paesi terzi mediterranei. Le parti hanno fissato la data del 2010 come meta per la graduale realizzazione di questa zona che coprirà la maggior parte degli scambi, nel rispetto degli obblighi risultanti dall'Organizzazione mondiale per il commercio (OMC). Saranno progressivamente eliminati gli ostacoli tariffari e non tariffari al commercio per quanto riguarda i prodotti manufatti, secondo scadenzari che saranno negoziati tra i partner. Il commercio dei prodotti agricoli e gli scambi in materia di servizi saranno progressivamente liberalizzati. Per facilitare la realizzazione di questa zona di libero scambio euro-mediterranea, l'UE e i PTM hanno definito quattro settori prioritari: l'adozione di misure adeguate in materia di norme d'origine (introduzione progressiva del cumulo dell'origine), di certificazione, di tutela dei diritti di proprietà intellettuale, industriale e di concorrenza; il proseguimento e lo sviluppo di politiche fondate sui principi dell'economia di mercato e dell'integrazione delle loro economie, tenendo conto dei rispettivi bisogni e livelli di sviluppo; l'adattamento e l'ammodernamento delle strutture economiche e sociali, accordando priorità alla promozione ed allo sviluppo del settore privato, al miglioramento del settore produttivo e alla creazione di un opportuno quadro istituzionale e regolamentare per un'economia di mercato. Analogamente, ci si sforzerà di attenuare le conseguenze sociali negative che possono risultare da tale adattamento, incoraggiando programmi a favore delle popolazioni più povere; la promozione di meccanismi volti a sviluppare i trasferimenti di tecnologia. Il programma di lavoro prevede alcune misure concrete destinate a promuovere il libero scambio, come l'armonizzazione delle norme e delle procedure doganali, l'armonizzazione delle norme e l'eliminazione degli ostacoli tecnici ingiustificati agli scambi di prodotti agricoli. L'intensificazione della cooperazione e della concertazione a livello economico tra l'UE e i PTM riguarda in modo prioritario alcuni settori importanti: gli investimenti e il risparmio privato: i paesi terzi mediterranei dovranno eliminare gli ostacoli agli investimenti esteri diretti e incentivare il risparmio interno al fine di promuovere lo sviluppo economico. Secondo la dichiarazione di Barcellona, l'introduzione di un ambiente favorevole agli investimenti avrà come conseguenza il trasferimento di tecnologie e l'aumento della produzione e delle esportazioni. Il programma di lavoro prevede una riflessione volta ad individuare gli ostacoli agli investimenti così come gli strumenti necessari per favorire tali investimenti, compreso nel settore bancario. la cooperazione regionale come fattore chiave per favorire la creazione di una zona di libero scambio; la cooperazione industriale e il sostegno alle piccole e medie imprese (PMI); il rafforzamento della cooperazione ambientale; la promozione del ruolo della donna nello sviluppo; l'introduzione di strumenti comuni in materia di conservazione e di gestione razionale delle risorse ittiche; l'intensificazione del dialogo e della cooperazione nel settore dell'energia; lo sviluppo della cooperazione relativa alla gestione delle risorse idriche; l'ammodernamento e la ristrutturazione dell'agricoltura.
Le parti convengono inoltre di elaborare un programma di priorità riguardo ad altri settori, come le infrastrutture di trasporto, lo sviluppo delle tecnologie dell'informazione e l'ammodernamento delle telecomunicazioni. Si impegnano inoltre a rispettare i principi del diritto marittimo internazionale, ad incoraggiare la cooperazione tra collettività locali e a favore della pianificazione territoriale, nonché a promuovere la cooperazione nel settore statistico e riconoscono inoltre che la scienza e la tecnologia hanno un considerevole influsso sullo sviluppo socioeconomico. La realizzazione di una zona di libero scambio e il successo globale del partenariato euromediterraneo poggiano su un rafforzamento della cooperazione finanziaria e su un potenziamento sostanziale dell'assistenza finanziaria fornita dall'UE. Il Consiglio europeo di Cannes ha convenuto di prevedere per tale assistenza finanziaria stanziamenti per un importo pari a 4.685 miliardi di euro per il periodo 1995-1999 sotto forma di fondi del bilancio comunitario. A ciò si aggiungono l'intervento della Banca europea per gli investimenti (BEI), sotto forma di prestiti di importo simile, e gli aiuti bilaterali degli Stati membri. Il partenariato sociale, culturale e umano Ai sensi della dichiarazione di Barcellona, le parti hanno convenuto di instaurare un partenariato in ambito sociale, culturale ed umano finalizzato al ravvicinamento e alla comprensione tra popoli e ad una migliore percezione reciproca. Il partenariato si fonda da un lato, sul delicato compromesso tra l'esistenza, il riconoscimento e il rispetto reciproco di tradizioni, di culture e di civiltà diverse su entrambe le sponde del Mediterraneo e dall'altro, sulla valorizzazione delle radici comuni. In tale ottica, la dichiarazione di Barcellona e il suo programma di lavoro pongono l'accento su: l'importanza del dialogo interculturale e interreligioso; l'importanza del ruolo dei mezzi di comunicazione di massa ai fini della conoscenza e della comprensione reciproca tra culture; lo sviluppo delle risorse umane nel settore della cultura: scambi culturali, conoscenza di altre lingue, attuazione di programmi educativi e culturali rispettosi delle identità culturali; l'importanza del settore sanitario e dello sviluppo sociale e il rispetto dei diritti sociali fondamentali; la necessità di coinvolgere la società civile nel partenariato euromediterraneo e il rafforzamento degli strumenti della cooperazione decentrata per favorire gli scambi tra i diversi settori dello sviluppo; la cooperazione nel settore dell'immigrazione clandestina e della lotta al terrorismo, al traffico di droga, alla criminalità internazionale e alla corruzione; Seguito della conferenza Al fine di garantire un controllo della realizzazione degli obiettivi del partenariato, la dichiarazione prevede riunioni periodiche dei ministri degli Esteri dei partner mediterranei e dell'UE. Le riunioni sono preparate da un "Comitato euromediterraneo per il processo di Barcellona" che si riunisce periodicamente a livello di alti funzionari. Il comitato è incaricato inoltre di fare il punto della situazione, dare una valutazione del seguito del processo di Barcellona ed aggiornare il programma di lavoro. Le diverse azioni decise nel quadro del partenariato saranno oggetto di verifica attraverso riunioni tematiche ad hoc di ministri, alti funzionari e esperti, scambi di esperienze e di informazioni, contatti tra i partecipanti della società civile o con qualsiasi altro mezzo appropriato. Dopo l'ultimo allargamento, il 1° maggio 2004, due nuovi partner mediterranei (Cipro e Malta) hanno aderito all'Unione europea. Il partenariato euromediterraneo riunisce pertanto 35 membri, 25
Stati membri dell'UE e 10 partner mediterranei (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Autorità palestinese, Siria, Tunisia e Turchia). ATTI CONNESSI Il programma MEDA Il programma MEDA , avviato nel 1995, è il principale strumento finanziario per l'attuazione del partenariato euromediterraneo e delle sue attività. Il sostegno fornito consente ai paesi interessati di conseguire tre obiettivi: rafforzare la stabilità politica e la democrazia in uno spazio comune di pace e di sicurezza, creare una zona di prosperità economica condivisa e sostenere la creazione di una zona di libero scambio tra l'UE e i partner mediterranei entro il 2010; istituire legami più stretti fra i popoli di questi paesi tramite partenariati culturali, sociali ed umani. Nel periodo 1995-2001, MEDA ha rappresentato 5.071 miliardi di euro dei 6,4 miliardi di risorse di bilancio assegnati alla cooperazione finanziaria tra l'UE e i suoi partner. Queste sovvenzioni del bilancio comunitario vanno di pari passo con prestiti consistenti concessi dalla BEI. Nel periodo in questione, l'86% delle risorse assegnate a MEDA sono state assegnate in modo bilaterale ai partner ammissibili del finanziamento bilaterale: Algeria, Egitto, Giordania, Libano, Marocco, Siria, Tunisia, Turchia e Autorità palestinese, mentre il 12% è stato stanziato per attività regionali (delle quali possono beneficiare i 12 partner mediterranei e i 15 Stati membri dell'UE). Il restante 2% è andato agli uffici assistenza tecnica. Integrando le iniziative nazionali con un programma MEDA a livello regionale, si potrà assicurare la realizzazione degli obiettivi del partenariato euro-mediterraneo. L'attuazione delle attività nell'ambito di un programma regionale contribuisce, infatti, ad ottenere notevoli benefici in termini di efficacia o di impatto rispetto ad una molteplicità di programmi nazionali. Inoltre, alcuni dei problemi individuati presentano una dimensione transnazionale e, per essere risolti correttamente, richiedono una cooperazione regionale (o subregionale), in particolare nella prospettiva di un'integrazione Sud-Sud. Dal 2002, le attività di cooperazione con la Turchia sono finanziate con una dotazione finanziaria a parte e non più tramite MEDA. Le attività sono pianificate ed eseguite dalla DG Allargamento. MEDA si trova attualmente nella seconda fase di programmazione (2000-2006) con una dotazione di 5.350 miliardi di euro. Conferenze euromediterranee Dalla conferenza di Barcellona del 1995, si sono tenute altre sette conferenze euro-mediterranee dei ministri degli Esteri: a Malta nell'aprile 1997, a Stoccarda nell'aprile 1999, a Marsiglia nel novembre 2000, a Bruxelles il 5 e 6 novembre 2001, a Valencia, il 22 e 23 aprile 2002, a Napoli, il 2 e 3 dicembre 2003 e a Lussemburgo il 30 e 31 maggio 2005. Inoltre, si sono tenute riunioni informali di ministri degli Esteri a Palermo nel giugno 1998 e a Lisbona nel maggio 2000 (cosiddetti "think tank"). Nel corso della conferenza di Stoccarda, la Libia è stata accolta per la prima volta quale invitato speciale della presidenza e, successivamente, ha assistito alle conferenze di Marsiglia, Bruxelles e Valencia. La Libia ha attualmente uno statuto di osservatore.
La quinta conferenza euromediterranea dei ministri degli Esteri, svoltasi a Valencia il 22 e 23 aprile 2002, è stata considerata estremamente fruttuosa e ha impresso un nuovo slancio al processo di Barcellona. I partecipanti alla conferenza di Valencia hanno adottato all'unanimità un piano d'azione da attuare quanto prima, il quale prevede diverse iniziative a breve e medio termine destinate a rafforzare i tre assi del processo di Barcellona: Riguardo agli aspetti politici e di sicurezza del piano d'azione, la conferenza ha adottato orientamenti in materia di dialogo politico e di cooperazione nel settore della lotta al terrorismo; Nell'ambito del partenariato economico e finanziario, la conferenza ha preso nota del fatto che quattro paesi coinvolti nel processo di Agadir erano in procinto di firmare un accordo di libero scambio che sarebbe entrato in vigore all'inizio del 2003. Anche il nuovo dispositivo di investimenti per la regione, attuato dalla BEI, ha suscitato un vivo interesse. Il piano d'azione esorta la Commissione europea a portare avanti i suoi lavori sulle questioni commerciali decise nella riunione ministeriale di Toledo, così come quelli nel settore dei trasporti, dell'energia, delle telecomunicazioni, e dell'armonizzazione del mercato interno. Il piano sottolinea inoltre la necessità di istituire un quadro strategico di sviluppo sostenibile per il partenariato. Riguardo al partenariato sociale, culturale ed umano, la conferenza ha suffragato il documento quadro relativo alla cooperazione nel settore della giustizia, della lotta alla droga, al crimine organizzato e al terrorismo e alla cooperazione nel trattamento delle questioni relative all'integrazione sociale dei migranti, alle migrazioni e alla circolazione delle persone. I ministri hanno espresso il loro accordo di principio nei confronti della creazione di una fondazione euro-mediterranea incaricata di promuovere il dialogo tra le culture e le civiltà. Hanno inoltre approvato un programma d'azione nello stesso settore, orientato verso la gioventù, l'istruzione e i mezzi di comunicazione. La settima conferenza euromediterranea dei ministri degli Affari esteri, riunitisi a Lussemburgo il 30 e 31 maggio 2005 ("Barcellona VII"), ha permesso di valutare i risultati conseguiti e di discutere sugli orientamenti generali per il futuro del partenariato euromediterraneo. La riunione ha tra l'altro predisposto la riunione straordinaria ad alto livello che si terrà a Barcellona dal 27 al 29 novembre 2005 per celebrare il 10° anniversario del partenariato e definire una serie di azioni per il futuro. Questi due eventi costituiscono i punti culminanti dell'"Anno del Mediterraneo" 2005.
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